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Giò Accolti Gil, architetto
Biagio Accolti Gil
L'architetto Biagio Accolti Gil, alla cui memoria è intitolata la Fondazione, nacque a Roma il 17 novembre 1930 da una nobile famiglia originaria di Conversano.
Si laureò in Architettura presso l'Università di Roma ed intraprese una brillante attività professionale nel campo urbanistico a Stoccolma presso l'architetto Jacobsen.
Ritornato in Italia, fu nominato Assistente presso l'Università di Bari, dove insegnò Urbanistica.
Partecipò a diversi concorsi nazionali e progettò molti edifici pubblici e privati, sia in Puglia che in ogni parte del mondo. Nel suo studio di via Condotti a Roma egli si dedicò a progetti di "Fine internal design", quella parte dell'architettura degli interni che egli interpretò in sommo grado rispondendo alle richieste funzionali e culturali di una clientela internazionale.
Biagio Accolti Gil dedicò tempo e passione nella ricerca dell'arte in tutte le sue sfaccettature, pubblicando "I soffitti della Fantasia", edito nel 1979 dall'editore De Luca, con prefazione di Alberto Bevilacqua. Elaborò inoltre progetti di salvaguardia del paesaggio di Capri, a lui tanto cara, e della Puglia.
Un incidente automobilistico pose fine prematuramente alla sua attività nel 1981, proprio quando aveva appena consegnato all'editore Vilo di Parigi il suo ultimo lavoro "Paris Vestibules de l'Ecletisme", pubblicato postumo in Italia nel 1982 a cura dell'editore De Luca.

Giò Accolti, formatosi al Liceo Ginnasio di Conversano, rampollo di una nobile famiglia le cui vicende si sono intrecciate per secoli con la storia della città, è stato un grande architetto. In 26 anni di attività, fra il 1955 e il 1981, non ha costruito solo ville, ma case popolari, case Gescal, scuole, il grande istituto Polivalente di Terni con otto edifici, "costruzioni in ferro di grande futuribilità", come ricordava l'on. Giuseppe Di Vagno, già sindaco di Conversano e compagno di studi.
Giò Accolti ha costruito il Palazzo di Giustizia di Taranto, il centro meccanografico della Cassa di Risparmio di Bari, ha vinto concorsi nazionali, ha costruito alberghi da Agadir in Marocco fino a Parigi, Londra, Atene. "E' molto civile - spiegava l'on. Di Vagno nel 1983 alla cerimonia d'inaugurazione della Fondazione - che una collettività come quella di Conversano onori Giò Accolti, e lo onori non come si onorano i grandi trasvolatori o i grandi navigatori o i grandi eroi, ma come un cittadino di Conversano che, nel solco di una grande tradizione, che non è soltanto una tradizione di patriziato o di aristocrazia, ma che è una grande tradizione di civiltà, di socialità e di cultura, ha onorato la sua terra".

Giò Accolti Gil raccontato da Piero Accolti Gil
"Biagio da bambino, più in su fino ai primi anni della giovinezza Giò Giò e infine Giò, forse per maggiore brevità, perché lui aveva sempre fretta, o per suggestione scaramantica proveniente dal nome, Giò appunto, del grande architetto Giò Ponti. Giò saliva i gradini della vita con passo lieve, rapidissimo, quasi avesse le alucce di mercurio innervate al collo dei piedi. Curioso di tutto, anche del passato, in cui di tanto in tanto si rifugiava, trovando nella casa degli avi di Conversano il tracciato dei sentimenti che egli desiderava che proseguisse.
In quella casa sono molti i ritratti degli Accolti Gil, borbonici o no, vestiti di seta e merletti e tutti con un biglietto da visita in una mano per suggerire il nome.
Di Giò, in cui vi era - ed è vero questo - un che di abatino e di settecentesco, ma di un settecentesco illuminato, mi sarebbe piaciuto ci fosse un ritratto ricalcato su quelli antichi, con una variante tuttavia, al posto del biglietto da visita avrebbe dovuto stringere fra le dita un biglietto di aereo.
Nel salutarlo non sapevi mai se il saluto fosse rivolto a quello dell'arrivo o ad uno in partenza. Aveva cominciato subito ad odorare salsedini e venti lontani. Appena in possesso della laurea, era volato a Stoccolma per specializzarsi, e poi in giro per il mondo per apprendere, per lavorare. Ha costruito ville per capi di Stato. Ha rimodernato tre o quattro dei più lussuosi alberghi di Parigi; ha disegnato edifici pubblici, ha costruito scuole; ha dato agli svaghi e al decoro interni di raffinatezza cosmopolita. Quando riusciva ad avere due giorni liberi, correva a Capri o a Parigi, ma la casa della sua vita era Conversano. La casa era pronta ad accoglierla per il lungo tempo degli anni canuti. Quel tempo gli è stato sottratto". Piero Accolti Gil, giornalista

Il ricordo dell'ex sindaco Giuseppe Di Vagno
"Io ricordo il sorriso di Giò Accolti, quando egli si trovava di fronte a delle situazioni che potevano essere o una casa malfatta o una facciata non bella o uno sgorbio architettonico. Era il sorriso di un uomo che comprendeva tutto, che non disprezzava nessuno, che amava la società, che amava quindi la collettività nella quale e della quale egli faceva parte. Egli ha dato a Conversano quello che ha potuto. Tanti consigli alle amministrazioni comunali. Carla Mastronardi ha parlato del centro storico, ebbene tutto quello che siamo riusciti a conservare del centro storico lo abbiamo fatto anche sotto la spinta e sotto il consiglio di Giò Accolti.
Il Programma di Fabbricazione di Conversano, che ha rappresentato uno dei primi strumenti urbanistici per poter salvaguardare questa vecchia città, questo vecchio paese, questo bel paese, lo si deve a Giò Accolti. E io ricordo con quanta passione egli lo ha formulato; quanto tempo egli ha sprecato per questo e non soltanto per dovere professionale, ma per amore profondo verso la collettività, della quale egli faceva parte".


 
 
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